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CLAUDIO LOLLI

ci ha lasciati il 17 Agosto 2018..

Nasce musicalmente all "Osteria delle Dame" di Bologna nei primi anni settanta.   Con Francesco Guccini, nasce l'amicizia tra le pieghe ribelli della Bologna anni 70. Proprio Guccini lo presenta alla  EMI Italiana, l'etichetta con cui Lolli publica i suoi primi dischi Claudio Lolli si sottrae a qualsiasi definizione: né cantautore, né musicista, non gli basterebbe. “Mi metto al piano e scrivo”, ci dice, e lo faccio se ne ho voglia, quando ne ho voglia, come ne ho voglia.

Lolli non rientra in nessuna categoria artistica o intellettuale a noi nota. Le sue canzoni sono in perenne bilico tra musica e poesia, due binari che si incrociano per dividersi all’infinito. Ricordiamo Analfabetizzazione, Adriatico, Dalla Parte del Torto, Aspirine: impercettibili soste sulla nostra esistenza, per coglierne un fotogramma, e poi scappare via distillando luce.

La musica per Lolli sembra essere una specie di montaggio incrociato di dialoghi. Un’emulsione tra concretezza dei temi trattati e ricchezza di coscienza interiore aggiunta. Si crea una certa tensione nell’ascolto, tra forma e contenuto, caratteristica della vera opera d’arte. Tra quelli che fan finta di provarci, e quelli che hanno fretta di finire, Lolli mantiene una distanza d’emergenza, comodamente sistemato ad osservare, dalla parte del torto, da dove si vede meglio.

Claudio Lolli viveva, e non solo, in Via Indipendenza, dove il vento di Bologna passa fulmineo dentro quel corridoio della mente, raccontando mondi possibili, utopie fossilizzate, metamorfosi impossibili. È tornato sul palco a cantare, dopo qualche anno di silenzio, riflessione, ma forse gli assenti eravamo noi.

Ha trovato altri ragazzi ballare sulle note di Ho visto anche degli Zingari felici, e commuoversi per Michel. Vecchi ragazzi del nuovo millennio, con i quali non apre (per ora?) quel dibattito col pubblico che lo ha accompagnato fino ad un momento di questa sua “strana, stranissima, incredibile, imprevedibile carriera”. Forse non ha ancora sconfitta quella timidezza, combattuta sui banchi di scuola..
 

Oggi è il tempo di altri Zingari. Il reading riproposto nel 2003 ha poco a che vedere con quel suo viaggio in giro per l’Italia da Bolzano a Siracusa; erano gli anni settanta, quelli che non ritorneranno più. Quattro amici musicisti, tiratori scelti della fantasia, contrabbandieri di sospiri e di accordi, l’odore acido del fumo, un mare d’alcool su cui navigare e il mondo spiato da una feritoia. E Lolli ricorda: “l’Italicus, Calabresi, la strage, Sofri, tutte queste cose… che ne sanno ormai i giovani?”.

I margini di manovra degli zingari sono ridotti, pozzanghere dalle quali non si riesce più a spiccare il volo, ma lui ci riprova a spezzare quelle catene del processo di normalizzazione e alfabetizzazione, che ha nuovi padroni, stesse radici.

Liberamente tratto www.fucinemute.it

LP HO VISTO ANCHE DEGLI ZINGARI FELICI

Claudio Lolli - Premio Amilcare Rambaldi alla carriera 2012 con questa motivazione:

(Riconoscimento conferito dall'associazione Culturale Musicale 'Aspettando Godot')

A  CLAUDIO  LOLLI,

"Per aver saputo dare voce in musica e parole alle ribellioni e agli affanni esistenziali di tanti di noi. Per avere avuto il coraggio di mettersi in gioco anche sul piano personale, cantando la solitudine dell’uomo, l’amore e l’amicizia  con la stessa intensità con cui ha cantato la rabbia e la rivolta. Per aver lasciato una traccia fondamentale  nella storia della grande canzone d’autore italiana, e non essere mai venuto a meno con ogni fondamento, sogno o utopia che l’ha generata.. Per averci regalato canzoni che per molti di noi sono state uno specchio davanti al quale passare…. ( A Claudio Lolli, premio Amilcare Rambaldi alla carriera da parte degli amici di sempre..)"

 

Claudio Lolli alla Prima Rassegna Storica e Nuova Canzone d'Autore dedicata a Fabrizio De Andrè

 

Questa la nostra pagina facebook dedicata a Claudio Lolli

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